Cariglio
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          L' UFFICIO POSTALE di Cariglio
 

 

Quando ero un bambino l’ufficio postale era alla "piazzetta", o meglio, tra la "piazzetta" e la "crocevia", nell’edificio che ora è di proprietà di Mena Basile.

Ricordo che, quando si entrava, la cosa che mi colpiva di più era quel buon profumo di inchiostro (che ora negli uffici postali non si sente più) e quel rumore tipico del timbro che batteva sul tampone…bum, bum! C’erano zia Dina alla scrivania e Peppino sempre indaffarato con le lettere e le cartoline (allora gli SMS non esistevano ed il telefono non l’aveva nemmeno Don Bernardino, c’era solo al tabacchino di zio Guerino).

Poi, mi pare negli settanta, l’ufficio postale venne trasferito "davanti al largo", in un locale nuovo. Arrivarono le prime macchine da scrivere elettriche e c’erano sempre zia Dina e Peppino.

Negli anni ottanta arrivò anche il computer. Intanto zia Dina e Peppino erano andati in pensione e altri erano subentrati, ma già si cominciavano a sentire i primi scricchiolii: il titolare era preso in prestito da altri uffici, il postino idem.

Poi negli anni novanta il servizio cominciò a diventare più rado, fino a quando non si riuscì a tenere aperto per sei giorni alla settimana: si apriva un giorno sì ed un giorno no…sempre di meno, sempre più difficile..finchè un giorno si disse che l’ufficio postale a Cartiglio sarebbe stato soppresso.

Ovviamente i Carigliari cominciarono a protestare, ci furono incontri, scontri, dibattiti ed alla fine sembrò che l’avessero spuntata: l’ufficio postale si sarebbe rifatto: “più nuovo e più bello che pria”. Infatti venne approntato, di nuovo alla Piazzetta, ma proprio all’angolo con la via che scende dietro la chiesa, un bel locale. Nuovo, pulito ed attrezzato con computer, linea telefonica e persino la cassetta delle lettere. I carigliari furono molto contenti, ma….

Ma il giorno dell’inaugurazione non arrivava mai. A chi chiedeva lumi si rispondeva che sì, è tutto pronto, lunedì aprirà, anzi no, la settimana prossima.

Nonostante i valorosi interventi di zio Chicco e di altri, niente, “nada de nada”!

Anche il Sindaco di Fuscaldo si interessava all’opera incompiuta, ma senza risultati: l’uffi cio postale rimaneva chiusa. I Carigliari non potevano interpellare nessuno dei rappresentanti in Comune perché, molto furbescamente, i Carigliari avevano dato il voto ai fuscaldesi, ai marinari, agli scarcellari, ma non erano riusciti ad eleggere un solo Carigliaro al consiglio comunale.

Come è andata a finire?

A tutt’oggi, 6 maggio 2007, l’ufficio postale di Cariglio esiste, ma non è funzionante.

D’altronde questa è una storia che in Italia conosciamo bene!

Pino

 

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