E' morto il 30 aprile scorso mentre si preparava ai festeggiamenti per i suoi cent’anni (era nato a Rojas il 24 giugno del 1911).
Il padre Francesco era nato a Cariglio, in una casa della Crocevia, mentre la madre (Giovanna Maria Ferrari) era di San Martino di Finita, paese Arbëreshë ovvero
ghjèghju.
Dopo aver conseguito il dottorato in fisica e seguito i corsi di filosofia all’Università de La Plata, lavorò sulle radiazioni atomiche presso il Laboratorio Curie che lasciò nel 1945 per dedicarsi esclusivamente alla letteratura.
Ha scritto varie opere di saggistica sull’uomo e la crisi del nostro tempo e sulle motivazioni dell’attività letteraria, e i tre romanzi Il tunnel (1948, trad it 1967), Sopra eroi e tombe (1961, trad it 1964) e L'angelo dell'inferno (1973 trad. it 1977). Solo di recente in Italia ha assunto — con la traduzione del suo libro di memorie Prima della fine (Antes del fin, del 1997) — il ruolo che gli spetta nella letteratura mondiale.
Svolse un ruolo importante nella storia argentina post-golpista, durante il governo di Raúl Alfonsín in quanto fondatore e primo presidente dellaCONADEP, associazione che si occupò delle ricerche e le denunce relative ai desaparecidos della dittatura militare del 1976-1983; ricerche e denunce queste che portarono poi ai vari processi dei capi militari di quegli anni.
Nel 1999 aveva acquisito la cittadinanza italiana, oltre a quella argentina di nascita.
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Con Josè Saramago premio Nobel per la letteratura |
Nel 1972 |
Mentre legge una pagina del suo ultimo romanzo |
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